Antonietta Raphaël: artista e migrante

                   

 Antonietta Raphaël: the transcultural experience of a Litvak-Italian Artist

Il Centro Studi con una relazione di Serena De Dominicis ha partecipato a Lisbona al convegno Globalising the Avant-Garde

Si è svolta all’Università NOVA FCSH di Lisbona dall’1 al 3 settembre l’VIII Conference of the European Network for Avant-Garde and Modernism Studies dal titolo Globalising the Avant-Garde (https://eam2022lisbon.sci-meet.net/), cui hanno partecipato oltre duecento studiosi da tutto il mondo tra cui due relatori di prestigio come Paul Wood e Ming Tiampo. Tra gli interventi compare anche una riflessione su Antonietta dal titolo “Antonietta Raphaël: the transcultural experience of a Litvak-Italian Artist” proposta da Serena De Dominicis nel quadro del panel From emigrant and war refugee to international avant-garde artist. Migration from Lithuania and neighbouring territories from the end of the long 19th century till the post-WWII period: causes, routes, ways, consequences coordinato da Giedre Jankevičiūtė. L’occasione ha permesso di focalizzare sul fenomeno della migrazione degli artisti dall’ex impero russo in una lunga fase del secolo scorso caratterizzata da profondi cambiamenti politici e culturali che hanno generato varie forme di spostamento, diverse per modalità e motivazioni. Il tema ancora poco frequentato, anche a causa della penuria di dati fattuali, è stato affrontato a partire dalle esperienze personali, con approccio biografico quindi, nell’ipotesi che seguire le rotte tracciate dagli artisti nelle loro peregrinazioni in Europa e negli Usa possa aprire nuovi orizzonti, chiarire talune dinamiche della fitta rete di connessioni culturali e proiettare riferimenti artistici nazionali in un orizzonte internazionale.

Nello specifico, l’intervento su Antonietta Raphaël ha interpretato l’esperienza reiterata della migrazione come fattore rilevante, insieme all’imprescindibile retaggio della cultura ebraica dell'Europa centro-orientale, nella declinazione di modi e temi che definiscono un’opera ricchissima ed estremamente originale, capace di sfidare continuamente i concetti di identità e confini. Oltre ad ampliare l’indagine sull’opera di Raphaël, tale prospettiva consente di guardare all’artista, ancora parzialmente sconosciuta all’estero, non come caso unico e periferico, ma piuttosto come paradigmatico di una tendenza più ampia e articolata ancora tutta da scoprire.

 

 

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